Da sempre si realizzano nell’arte le copie di un’opera. Spesso è lo stesso artista che l’ha prodotta a farne una riproduzione. Esistono infatti “ripetizioni” di un’opera, ovvero copie uguali all’originale eseguite dall’Autore e le “repliche” differenti dall’originale eseguite dall’autore stesso o sotto la sua supervisione.
L’Ultima cena – di Diego O. Bianchi, esposta nella Cappella del SS. Sacramento del Duomo di Brindisi, indubbiamente ha una forte somiglianza con il dipinto murale restituito alla comunità di Manduria proprio in settembre di quest’anno, dopo un attento restauro eseguito dagli esperti Francesca Marzano e Vincenzo Caiulo, sotto la cura della Soprintendenza.
Le differenze nei due dipinti sono immediatamente percepibili nelle posture e negli atteggiamenti di alcuni dei personaggi coinvolti e inoltre nel dipinto mandurino è presente anche una scritta in calce a sinistra, sullo sgabello, riportata nella scheda del catalogo dei beni culturali
DIDACVS/BIANCV./INVE(…) ET PIN(…)
lettere capitali – a pennello – latino.
Tutto questo ci fa affermare che una delle due opere potrebbe essere l’originale – anche se non si sa quale – e che ambedue potrebbero essere “ripetizione” o “replica”.
L’Ultima cena, Diego O. Bianchi, Cappella del SS. Sacramento del Duomo di Brindisi
L’Ultima cena, Diego O. Bianchi, Cappella del SS. Sacramento del Duomo di Brindisi
L’Ultima cena, Diego O. Bianchi, Cappella del SS. Sacramento del Duomo di Brindisi
Ultima cena (dipinto) di Diego Oronzo ultima cena (dipinto) di Diego Oronzo Bianchi
Convento San Francesco, Manduria
Catalogo generale dei Beni Culturali